10 ott 2009

°perché piangere senza indignarsi uccide due volte°


Non dirò niente in merito a questo post, perchè come leggerete di seguito, non necessità di ulteriori spiegazioni.
Come membro dell'Associazione Sak Be, come cittadina di Brolo e come Siciliana mi sento di dovere condividere con voi, ancora una volta, una pagina dedicata ad una realtà triste....




Giorno 10 Ottobre, in mattinata abbiamo organizzato una raccolta fondi per acquistare dei beni di prima necessità secondo una lista, fornitaci dalla Croce Rossa,da donare agli sfollati di Messina. Questa iniziativa è stata accolta in maniera favorevole da molti brolesi ma, a causa di un disguido burocratico, siamo stati costretti a rimuovere, per mancanza di tutte le autorizzazioni necessarie, il banco per le donazioni e gli striscioni presenti accanto ad esso.
Per tanto la raccolta proseguirà non appena saranno rilasciate tutte le necessarie autorizzazioni, e invitiamo tutti a partecipare. L’intenzione è quella di rinunciare ad un po del nostro tempo per fare attivamente qualcosa di utile.
A margine dell’iniziativa, rileviamo, però, un attacco che ci ha lasciato, per molti versi, sconcertati. Gli striscioni posti accanto al banco della raccolta sono infatti stati oggetto di critica da parte di alcuni “benpensanti” brolesi poco attenti al reale messaggio che vorremmo veicolare. Gli striscioni recitavano (testualmente): “Grazie Italia, facciamo da noi” e “Aspettavano i morti discutendo di ponte”.
Le lacrime difficilmente possono essere separate dalla rabbia e dall’indigniazione.
C’è una tendenza, nel nostro paese a gettare nel tritacarne della politica (nel senso che si è voluto deleterio) qualunque affermazione ed a strumentalizzarla, mistificandone i significati.
L’associazione Sak Be, infatti, non costituisce un soggetto partitico né tantomeno ha connotazione ideologica di sorta, essendo il rispetto dell’altro e di ogni forma di libera espressione i principi che la ispirano. Non rinunciamo, tuttavia, ad affermare che una popolazione che ha perso la capacità di indignarsi di fronte alle inettitudini delle proprie istituzioni (di qualunque orientamento politico) e che si limita a seguirne le vicende quasi si trattasse di incontri sportivi, è una popolazione che, difficilmente, sarà in grado di modificare la propria prospettiva.
Riteniamo inoltre che piangere passivamente i danni di una classe politica mediocre costituisca la più irresponsabile mancanza di rispetto proprio per chi in questa sciagura ha perso la vita .
L’aver espresso, quindi, un dato di fatto (la mancanza di attenzione nei confronti dei bisogni primari delle popolazioni a favore di opere non prioritarie) non è quindi da intendere come “sciacallaggio”, ma bensì come un preciso dovere civico.
Lasciamo dunque agli ipocriti “professionisti della commozione” la facoltà di piangere a tempo determinato di modo che nessuno paghi per quello che è accaduto.
Le nostre lacrime faranno rumore anche domani.
Non ci faremo intimidire perché piangere senza indignarsi uccide due volte.

Brolo 10/10/09 Associazione Sak Be




Nessun commento:

Posta un commento