18 gen 2009

°OCeaNo MaRe°

...perché un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte..

Immobile, con la lanterna spenta in mano, Elisewin sentiva il proprio nome arrivarle da lontano, mescolato al vento e al fragore del mare.Nel buio, davanti a se, vedeva incrociarsi le piccole luci di tante lanterne, ognuna sperduta in un suo viaggio sull'orlo della burrasca.Non c'erano,nella sua mente,né inquietudine, né paura.Un lago tranquillo le era esploso, tutt'a un tratto, nell'anima.Aveva lo stesso suono di una voce che conosceva.
Si volto' e lentamente torno' su i suoi passi. Non c'era piu' vento, non c'era piu' notte, non c'era piu' mare, per lei. Andava e sapeva dove andare.Questo era tutto.Sensazione meravigliosa.Di quando il destino finalmente si chiude, e diventa sentiero distinto, e orma inequivocabile, e direzione certa. Il tempo interminabile dell'avvicinamento. Quell'accostarsi. Si vorrebbe non finisse mai. Il gesto di consegnarsi al destino. Quella é un'emozione. Senza piu' dilemmi, senza piu' menzogne.Sapere dove. E raggiungerlo.
Qualunque sia il destino.
Camminava- ed era la cosa piu' bella che aveva mai fatto.
Vide la locanda di Almayer avvicinarsi. Le sue luci. Lascio' la spiaggia, arrivo' sulla soglia, entro' e chiuse dietro di se quella porta da cui, insieme agli altri, chissà quanto tempo prima, era uscita di corsa, senza ancora nulla sapere.
Silenzio.
Sul pavimento di legno, un passo dopo l'altro. granelli di sabbia che scricchiolano sotto i piedi.In un angolo, per terra il mantello caduto a Plasson nella fretta di corrersene via.
Nei cuscini, sulla poltrona, l'orma del corpo di madame Deverià, come si fosse appena alzata. E al centro della stanza, in piedi, immobile, Adams. Che la guarda.
Un passo dopo l'altro, fino ad arrivargli vicino. E dirgli:
-non mi farai del male, vero?
Non le farà del male, vero?
-No.
No.
Allora
Elisewin
prese
tra le mani
il volto
di quell'uomo,
e
lo bacio'.
Nelle terre di Carewall, non smetterebbero mai di raccontare questa storia. Se solo la conoscessero. Non smetterebbero mai. Ognuno a modo suo, ma tutti continuerebbero a raccontare di quei due e di un'intera notte passata a restituirsi la vita, l'un l'altra, con le labbra e con le mani, una ragazzina che non ha visto nulla e un uomo che ha visto troppo, uno dentro l'altra-ogni palmo della pelle é un viaggio, di scoperta, di ritorno nella bocca di Adams a sentire il sapore del mondo, sul seno di Elisewin a dimenticarlo- nel grembo di quella notte stravolta, nera burrasca, lapilli di schiuma nel buio, onde come cataste franate, rumore, sonore folate, furiose di suono e velocità, lanciate sul pelo del mare, nei nervi del mondo, oceano mare, colosso che gronda, stravolto-sospiri, sospiri nella gola di Elisewin-velluto che vola- sospiri ad ogni passo nuovo in quel mondo che valica monti mai visti e laghi di forme impensabili- sul ventre di Adams il peso bianco di quella ragazzina che dondola musiche mute- chi l'avrebbe mai detto che baciando gli occhi di uomo si possa vedere cosi' lontano- accarezzando le gambe di una ragazzina si possa correre cosi' veloce e fuggire-fuggire da tutto-vedere lontano- venivano dai due piu' lontani estremi della vita, questo é stupefacente, da pensare che mai si sarebbero sfiorati, se non attraversando da capo a piedi l'universo, e invece nemmeno si erano dovuti cercare, questo é incredibile, e tutto il difficile era stato solo riconoscersi,riconoscersi, una cosa di un attimo, il primo sguardo e già lo sapevano, questo é il meraviglioso-questo continuerebbero a raccontare , per sempre, nelle terre di Carewall, perché nessuno possa dimenticare che non si é mai lontani abbastanza per trovarsi, mai-lontani abbastanza-per trovarsi- lo erano quei due, lontani, piu' di chiunque altro e adesso- grada la voce di Elisewin, per i fiumi di storie che forzano la sua anima, e piange Adams, sentendole scivolare via, quelle storie, alla fine, finalmente, finite- forse il mondo é una ferita e qualcun
o la sta ricucendo in quei due corpi che si mescolano- e nemmeno é amore, questo é stupefacente, ma é mani, e pelle, labbra, stupore, sesso, sapore-tristezza, forse-perfino tristezza-desiderio- quando lo racconteranno non diranno la parola amore- mille parole diranno, taceranno amore-tace tutto, intorno,quando d'improvviso Elisewin sente la schiena spezzarsi e la mente sbiancare, stringe quell'uomo dentro, gli afferra le mani e ,vedi, non morirà.
..
Come si fa? Come glielo dici, a una donna cosi', quello che devi dirle, con le sue mani addosso e la sua pelle, la pelle, non si puo' parlare di morte proprio a lei, come glielo dici a una ragazzina cosi', quello che lei sa già e che pure bisognerà che ascolti,le parole, una dopo l'altra, che puoi anche sapere ma devi ascoltare, prima o poi, qualcuno deve dirle e tu devi ascoltarle,lei,ascoltarle, quella ragazzina che dice
-Hai degli occhi che non ti ho visto mai.
..
come glielo dici , a una donna cosi', che tu vorresti salvarti, e ancora di piu' vorresti salvare lei con te, e non fare altro che salvarla, e salvarti, tutta una vita, ma non si puo' ognuno ha il suo viaggio, da fare,
e tra le braccia di una donna si finisce facendo strade contorte, che neanche tanto capisci tu, e al momento buono non le puoi raccontare, non hai le parole per farlo, parole che ci stiano bene, li', tra quei baci e sulla pelle, parole giuste, non ce n'é, hai un bel cercarle in quel che sei e in quel che hai sentito, non le trovi, hanno sempre una musica sbagliata, é la musica che gli manca, li', tra quei baci e sulla pelle, é una questione di musica.

..
Come glielo dici, a un uomo cosi', che adesso sono io che voglio insegnargli una cosa e tra le carezze voglio fargli capire che il destino non é una catena ma un volo, e se solo ancora avesse voglia davvero di vivere lo potrebbe fare, e se solo avesse voglia davvero di me potrebbe riavere mille notti come questa invece di quell'unica, orribile, a cui va incontro, solo perché lei lo aspetta, la notte orrenda, e da anni lo chiama.Come glielo dici, a un uomo cosi', che ti sta perdendo?

..
E' la musica che é difficile, questa é la verità, é la musica che é difficile da trovare, per dirselo, li' cosi' vicini, la musica e i gesti, ,per sciogliere la pena, quendo proprio non c'é piu' nulla da fare, la musica giusta perché sia una danza, in qualche modo, e non uno strappo quell'andarsene, quello scivolare via, verso la vita e lontano alla vita, strano pendolo dell'anima, salvifico e assassino, a saperlo danzare farebbe meno male, e per questo gli amanti, tutti, cercano quella musica,in quel momento, dentro le parole,sulla polvere dei gesti,e sanno che,ad averne il coraggio,solo il silenzio lo sarebbe, musica , esatta musica, un largo silenzio amoroso, radura del commiato e stanco lago che infine cola nel palmo di una piccola melodia, imparata da sempre da cantare sottovoce
Addio
Una melodia da nulla.






Davvero ci sono momenti in cui l'onnipresente e logica rete delle sequenze casuali si arrende,
colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico,
per lasciare che sul palco, sotto le luci della libertà vertiginosa e improvvisa,
una mano invisibile peschi nell'infinito grembo del possibile e tra milioni di cose,
una sola ne lasci accadere.


Mi disse: se ami qualcuno che ti ama, non smascherare mai i suoi sogni. Il più grande, e illogico, sei tu.

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